Quello che le donne devono sapere della menopausa
La menopausa viene considerata attualmente come un evento naturale e molti dei sintomi correlati a tale periodo sarebbero anche correlati al ruolo che le donne hanno nella odierna società; infatti va riconosciuto che non è certo facile avere un lavoro a tempo pieno, essere una buona donna di casa con tutti gli oneri che ne derivano (lavare, stirare, cucinare, pulire ed ordinare la casa ….) ed essere contemporaneamente anche una nonna perfetta (e spesso anche mamma e nonna perfetta!!) ad un’età che può presentare delle effettive difficoltà!
Sappiamo che intorno ai 50 anni diminuisce la produzione degli ormoni estrogeni e che, in più del 50% delle donne, tale diminuzione può determinare sintomi molto fastidiosi quali: vampate, sudorazione profusa, disturbi del sonno e palpitazioni mentre l’altro 50% non lamenta nessuno di questi sintomi. Si verifica inoltre, andando avanti con gli anni, la perdita di lubrificazione vaginale e venendo a mancare il lattobacillo, con conseguente cambiamento del PH che da acido diventa basico, la vagina risulta facilmente esposta ad infiammazioni, potendo insorgere sintomi molto fastidiosi quali: secchezza vaginale, dispareunia, aumento della frequenza minzionale e la predisposizione a cistiti ricorrenti. Andando ancore più avanti con gli anni, oltre alla predisposizione a malattie cardiovascolari, si può verificare anche una notevole perdita di massa ossea che inizia già dal primo anno di menopausa e che pian piano può sfociare in osteoporosi con conseguenti fratture, dovute alla fragilità delle ossa che si è venuta a determinare.
Per alleviare o eliminare questi disturbi la terapia ormonale è oggi una pratica medica ben consolidata e che cerca di utilizzare regimi terapeutici che siano:
- Efficaci;
- Economici;
- Privi di rischio.
È difficile comunque eliminare completamente alcuni effetti collaterali della terapia come ad esempio la tensione mammaria ed inoltre bisognerebbe anche garantire una sicurezza nei trattamenti a lungo termine, cosa che ancora non si può fare. Nel mondo occidentale l’aspettativa di vita di una donna è di circa 30 anni oltre la menopausa il che corrisponde a circa 1/3 della sua vita! Un individuo su 6 (e presto 1 su 5) è rappresentato da donne in età postmenopausale. Questo gran numero di persone, con le loro problematiche influiscono sulle risorse sanitarie che invece tendono ad essere sempre più scarse e poiché una terapia ormonale può influire positivamente su molte condizioni di disagio che vivono le donne in quest’epoca, è importante far sì che tali concetti siano opportunamente divulgati.
Mentre i principi generali di terapia ormonale sono ormai ben consolidati, andrebbero anche fatte alcune considerazioni pratiche quando si prescrive una terapia, mettendo in evidenza eventuali condizioni patologiche preesistenti al periodo menopausale in modo da poter meglio individualizzare la terapia! Deve cioè prevalere il concetto che: OGNI DONNA VA CONSIDERATA UN CASO A SÈ.
CHI DEVE DARE INFORMAZIONI ALLE DONNE
La MENOPAUSA è diventata nella nostra società un argomento di libera discussione per le donne ed i cambiamenti sociali hanno via via mutato l’atteggiamenti verso la menopausa negli anni. A fine 800 inizio 900, MENOPAUSA era un termine solo medico e spesso indicava “donne che avevano una predisposizione nervosa”; le donne aspettavano tale epoca contente di liberarsi dalla schiavitù di fare figli! Da inizio secolo fino agli anni 50 la menopausa è stata vista come un periodo che procurava grande stress per cui facilmente venivano prescritti tranquillanti ed antidepressivi; in seguito è stata considerata come una “malattia da carenza ormonale” che doveva essere trattata comunque farmacologicamente dai medici i quali avevano in qualche modo monopolizzato il fenomeno medicalizzandolo sotto vari aspetti, ed in quel periodo si è addirittura verificato che le donne pensassero che, non accettando di fare la terapia in qualche modo imposta, potessero avere una minore femminilità oltre che un minor senso di benessere!
Oggi, invece, le donne sono piuttosto titubanti riguardo all’uso di una terapia ormonale e vorrebbero essere certe che questa terapia fosse oltre che efficace anche SICURA e cioè priva di effetti collaterali dannosi, prima di prenderne in considerazione l’uso anche perchè la menopausa non è più considerata una sorta di malattia ma viene vista come una fase di passaggio verso un nuovo periodo della vita. ” Se i 45 anni rappresentano l’epoca più avanzata della giovinezza, i 50 anni rappresentano l’età più giovane della maturità!”
Le donne oltre a chiedere informazioni adeguate sulla menopausa vorrebbero essere messe in grado di decidere autonomamente se fare o meno un qualunque tipo di terapia. I media hanno un’importante ruolo nell’informazione a questo riguardo e ciò comporta qualche vantaggio ma anche degli svantaggi. Le donne quindi non considerano più la menopausa come un tabù e sentono il bisogno di essere ben informate a riguardo e spesso, articoli alla mano (forniti da giornali, settimanali, internet, documentari, dibattiti radiotelevisivi interattivi), “contrastano” i medici che vorrebbero “imporre” il loro modo di vedere!
Poiché nell’esperienza di ogni donna la fine delle mestruazioni (che a sua volta indica la fine dell’età fertile) è un fatto importante, bisognerebbe aiutarle a prepararsi al sopraggingere di questo periodo spiegando cosa potrebbe accadere e come potrebbero sentirsi! Anche se non si potrà mai sapere con certezza come “quella donna in particolare” effettivamente si sentirà in quanto ogni donna ha la sua esperienza riguardo alla menopausa e la sua vita viene influenzata da tanti fattori oltre che da quelli ormonali. Le sue aspettative riguardo alla menopausa ed i sintomi ad essa correlati, l’esperienza della sua vita, la sua cultura, le varie circostanze che ha dovuto fronteggiare, tutto può influire sul “suo modo” di percepire il climaterio.
Negli ultimi anni c’è stato un grande interesse da parte dei MEDIA che hanno pubblicato innumerevoli articoli sull’argomento dando talora notizie distorte e non veritiere comunque tali articoli sono ritenuti utili e per molte rappresentano la maggiore se non l’unica fonte di informazione. Bisogna comunque fare attenzione in quanto alcuni articoli sono effettivamente ben fatti e possono essere un punto di riferimento mentre altri si concentrano esclusivamente sugli effetti indesiderati della terapia ormonale sottolineando prevalentemente quelle situazioni che possono comportare ansie e paure, interpretando in maniera errata i dati di cui dispongono.
Resistono ancora nel vissuto comune degli stereotipi difficili da eliminare uno di questi è che la menopausa sia un evento che si debba verificare sempre verso i 50 anni mentre, purtroppo, questo evento può verificarsi, per cause varie anche verso i 40 o addirittura i 30 anni (menopausa precoce)!! Un altro stereotipo è che una donna che viva in maniera “SALUTARE” non avrà problemi di tipo menopausale, invece questi possono certamente interessare anche le donne più salutiste e talora, fattori completamente al di fuori del loro controllo, possono influenzarne la salute in periodo menopausale ed oltre! Le donne hanno iniziato a rendersi conto che il cosiddetto “CAMBIAMENTO DELLA VITA” è molto più della semplice cessazione delle mestruazionie per cui desiderano informazioni su cosa succede al loro organismo e se possono fare qualcosa sia per alleviare la fastidiosa sintomatologia sia per salvaguardare la loro salute rendendosi conto che la salute è molto più della semplice “assenza di malattia”, vogliono trovare il tempo da dedicare a sé stesse e sforzarsi di mantenere integra, il più a lungo possibile, la loro salute FISICA E MENTALE.
COME È CAMBIATO L’ATTEGGIAMENTO DEI MEDICI NEI CONFRONTI DELLA MENOPAUSA
Oggi il vero grande cambiamento, per tutti gli operatori che lavorano nel campo della menopausa, è stato quello di DIALOGARE e comunicare con le donne per fare in modo che possano COMPRENDERE bene le loro scelte ed aver fiducia nelle loro decisioni!
È ormai risaputo che la terapia ormonale elimina completamente alcuni sintomi menopausali e può dare benefici a lungo termine in diversi distretti corporei. I media spesso hanno invece ampiamente pubblicizzato soltanto eventuali rischi associati alla terapia ormonale e le donne spesso non conoscono affatto, o molto poco, i potenziali benefici oltre quelli derivanti dalla eliminazione dei sintomi vasomotori! Quindi le donne in genere tendono a rifiutare la terapia ormonale per i rischi e gli effetti collaterali di cui hanno vagamente, e spesso in modo inappropriato, sentito parlare e non conoscono affatto la possibilità di averne importanti benefici per cui preferiscono non richiederla affatto.
In una ricerca si è visto che su 1100 donne intervistate molte hanno riferito di aver avuto sintomatologia menopausale per più di sei mesi, di queste il 70% non ha preso neanche in considerazione una terapia ormonale e circa l’80% non ha neanche parlato di tali argomenti col proprio medico! Quindi le donne hanno bisogno di ricevere maggior informazione non solo sulla terapia ormonale ma anche sull’argomento menopausa! Il fatto di poter avere a disposizione tali informazioni anche prima dell’arrivo di questo periodo, è sicuramente molto utile in quanto possono essere consapevoli prima di quanto sta per succedere, in tal modo hanno tutto il tempo di poter prendere in considerazione le opzioni che potrebbero essere utili nel loro caso.
E’ dunque importante dare le informazioni necessarie affinché una donna possa decidere quale tipo di terapia possa essere per lei più appropriata. Certamente alcune donne potrebbero scegliere di non utilizzare alcun tipo di terapia ritenendo la menopausa un fenomeno naturale, ma bisogna essere certi che la loro decisione sia basata su fatti concreti e non su CREDENZE errate e MITI da sfatare! La loro perciò deve essere una vera SCELTA INFORMATA.
In climaterio il consiglio di assumere una terapia spesso non è ben chiaro e potrebbe essere appropriato per alcune donne ma non per altre. Ovviamente non si può dire ad una donna che “sarebbe sbagliato rifiutare una terapia ormonale” come invece si deve dire ad una diabetica che ha bisogno di insulina o ad un’ipotiroidea che ha bisogno dell’ormone tiroideo per vivere. In condizioni quali possono essere il diabete o l’ipotiroidismo è tutto ovvio e le conseguenze relative al fatto di non utilizzare insulina o tiroxina sono certamente gravi! Invece per quanto riguarda la terapia ormonale con estrogeni è necessario impiegare un pò di tempo per discutere dei possibili rischi e dei benefici, anche di quelli percepiti individualmente dalle donne. Si tratta in effetti di indirizzarle verso “UNA SCELTA INFORMATA” riguardo alla terapia piuttosto che dir loro semplicemente COSA DEVONO FARE e talvolta può risultare piuttosto difficile aiutarle a fare la propria scelta in quanto si aspettano in ogni caso di avere informazioni aggiornate ed appropriate che le mettano in grado di decidere in autonomia. Non si tratta quindi semplicemente di dare alle donne informazioni e consigli ma bisogna incoraggiarle a decidere ed in seguito essere disponibili ad aiutarle a portare avanti tale decisione.
QUALI INFORMAZIONI BISOGNA DARE PER UNA SCELTA INFORMATA
Per aiutare le donne a prendere una decisione tre sono i fattori principali che il medico deve considerare e cioè deve informarle sui rischi di base, valutare i rischi individuali che la donna percepisce e comprendere i loro punti di vista su argomenti quale prevenzione e terapia:
- RISCHI DI BASE relativi a fattori di rischio ben conosciuti e che talora potrebbero essere preesistenti, ad esempio: l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari, le malattie metaboliche, il rischio endometriale, il rischio mammella, le patologie locali urogenitali in postmenopausa (facendo presente come la terapia ormonale potrebbe interagire beneficamente con tali patologie).
- RISCHIO CHE LA DONNA PERCEPISCE: è influenzato dalle esperienze che le donne vivono. Donne con identico background medico possono percepire il loro rischio personale in maniera completamente diversa! Il medico può aiutare ESTRAPOLANDO I FATTORI DI RISCHIO (per es. presenza o predisposizione alle malattie cardiovascolari o all’OSTEOPOROSI). Aiutando le donne ad identificare tali rischi le si aiuta certamente anche a fare una giusta scelta terapeutica.
- COMPRENDERE LE VALUTAZIONI PERSONALI: riguarda cosa effettivamente sia importante per quella donna in particolare! Ad esempio alcune donne danno enorme importanza, dovendo fare una terapia ormonale, alla possibilità di rischiare di andare incontro ad un tumore della mammella piuttosto che a danni cardiovascolari. Queste donne sono estremamente caute nell’assumere qualunque tipo di farmaco che potrebbe in qualche modo aumentare il loro rischio di tumore mammario anche se tale rischio fosse estremamente limitato. Altre donne invece sono molto più preoccupate della possibilità di un ictus o di un infarto e sono disposte a correre un minimo rischio di tumore mammario pur di scongiurare i precedenti. Alcune donne invece considerano l’uso di qualunque sostanza farmacologica innaturale, altre non sono d’accordo su questa valutazione. Non è possibile conoscere i punti di vista di ciascuna in quanto sono ovviamente diversi da donna a donna.
Ecco perché qualunque decisione riguardo alla terapia, ed in particolare per quella ormonale, deve essere presa in accordo con le valutazioni personali della donna se si desidera che essa, convinta della sua decisione, continui la terapia per tutto il tempo necessario.
Poiché la menopausa per molte donne rappresenta un evento che tende a cambiare molto la loro vita, esse apprezzano molto l’opportunità di discutere di tale argomento e delle eventuali possibilità terapeutiche che sono disponibili. Inoltre, giustamente, vorrebbero essere ben controllate qualora dovessero iniziare una terapia. Spesso si presentano al medico con tanti problemi e non sanno distinguere quali di questi siano da attribuire a cause ormonali e quali no, ed il tempo che si dedica loro è certamente ben speso ed esse gradiscono molto l’aiuto ed i suggerimenti che ricevono. In ogni caso, il tempo impiegato per informare adeguatamente, prima di iniziare un qualunque trattamento, può farne guadagnare molto dopo, ed inoltre permette di fare quella scelta informata di cui si diceva prima! Preparare una donna ad assumere un eventuale trattamento farà sì che essa abbia ASPETTATIVE REALISTICHE rispetto al trattamento stesso, risultando meno probabile che sospenda la terapia al primo intoppo, e ciò è particolarmente importante per le terapie a lungo termine.
COME È CAMBIATO IL RAPPORTO MEDICO PAZIENTE RIGUARDO ALLA MENOPAUSA
Fino a qualche decennio fa la discussione dei problemi riguardanti la menopausa e la prescrizione di una eventuale terapia si riducevano ad un breve consulto col medico di famiglia ed eventualmente ad una visita occasionale presso un ginecologo. Chi presentava una sintomatologia menopausale piuttosto severa poteva ricevere al massimo una prescrizione di terapia ormonale ma la maggior parte delle donne avrebbe semplicemente ricevuto l’indicazione di “… non far caso ai sintomi e di conviverci”. Se una donna avesse chiesto aiuto al suo medico era fortunata quindi se riceveva una visita di cinque minuti ed una prescrizione farmacologica!
I tempi per fortuna, oggi sono molto cambiati e sono le donne stesse a richiedere un buon servizio in particolare per quanto riguarda la menopausa. Oggi la scelta dell’assunzione di una terapia piuttosto che un’altra non proviene più da un medico ” che prescrive” ma è la donna stessa che decide dopo aver attentamente vagliato tutte le informazioni e le opzioni che ha ricevuto. Il medico ovviamente ha ancora l’ultima parola dopo aver visitato la donna ma la decisione è stata presa insieme, dopo una discussione interattiva tra medico e paziente.
Oggi le donne non vogliono assumere una terapia se non hanno tutte le informazioni di cui ritengono di aver bisogno, ed al contempo il medico non prescrive una cura se non è convinto che “per quella donna in particolare” la terapia è sicura, efficace ed appropriata.
Quindi il compito del medico e di chi lo assiste è quello di:
- Informare le donne sulla menopausa ed i suoi effetti a breve, medio e lungo termine;
- Discutere sulle eventuali e varie opzioni terapeutiche;
- Preparare le donne ad assumere una eventuale terapie spiegandone i possibili effetti collaterali;
- Monitorare continuamente chi intraprende un trattamento.
COSA SI INTENDE PER SCELTA INFORMATA?
Per fare una scelta informata, per prendere poi una giusta decisione, la donna ha bisogno di informazioni adeguate e serie, ma reperirle non è facile! Spesso si deve scegliere tra un testo medico esageratamente dettagliato, una rivista che dà enfasi esagerata ad alcuni particolari effetti collaterali di una cura, o a presunti “miracoli” di un’altra, altre volte ancora l’attenzione ricade su un depliant accattivante predisposto da una casa farmaceutica per pubblicizzare i propri prodotti.
Cosa deve sapere e capire, quindi, una donna per fare una scelta informata riguardo alle varie opzioni terapeutiche?
LA DONNA DEVE (vedi gli approfondimenti per ciascun argomento!):
- Capire cos’è la menopausa e quali sono i suoi effetti;
- Conoscere quali potrebbero essere i sintomi della menopausa;
- Eliminare credenze e miti a riguardo della menopausa e dei suoi trattamenti;
- Rendersi conto di aspettative non realistiche riguardo alla terapia ormonale;
- Sapere che esistono terapie alternative alla terapia ormonale anche se non di pari efficacia;
- Anticipare quelle che sono le sue ansie e paure;
- Promuovere uno stile di vita che comporti salute e benessere;
- Conoscere i vari tipi di terapia ormonale ed i benefici che ne possono derivare.
1) CAPIRE CHE COSA È LA MENOPAUSA E COSA SONO GLI ORMONI
Talora è necessario spendere un pò di tempo per spiegare anche com’è fatto il sistema riproduttivo femminile in modo che ogni donna capisca bene cosa succede nel suo corpo, solo successivamente è giusto dare informazioni sui cambiamenti e sui sintomi che intervengono in menopausa. Dapprima occorre spiegare bene cosa sono gli ormoni, le fluttuazioni dei livelli ormonali ed i modi di manifestarsi di questo “cambiamento”. È importante anche spiegare in maniera approfondita, la possibilità dell’instaurarsi dell’osteoporosi e di malattie cardiovascolari nel periodo postmenopausale.
La maturità riproduttiva di una donna è rappresentata da cicli mensili di sviluppo del follicolo ovarico. I cicli tengono sotto controllo i livelli di ormoni circolanti ed in particolare vengono a fornire gli ovuli per un potenziale concepimento. La menopausa è la conseguenza inevitabile dell’esaurimento della possibilità di disporre di follicoli, e può essere vista come una forma fisiologica di esaurimento ovarico.
Cosa sono gli ormoni?
Gli ormoni sono sostanze che controllano quando e come alcuni organi devono funzionare. Generalmente sono prodotti da specifiche ghiandole (tiroide, ovaio ecc). Lo studio degli ormoni, e delle loro azioni, prende il nome di endocrinologia.
Gli estrogeni sono appunto degli ormoni, prodotti dalle ovaie ed anche se sono presenti anche nell’uomo sono considerati gli ormoni femminili per eccellenza. In effetti regolano la funzione riproduttiva della donna, determinano le mestruazioni e sostengono la gravidanza. Sono anche quegli ormoni che vengono meno al momento della menopausa quando le ovaie cessano di ovulare.
Tuttavia, proprio dagli effetti che si verificano in menopausa, è possibile dedurre che gli estrogeni, oltre a regolare la funzione riproduttiva dell’utero, agiscono anche su gran parte dei tessuti dell’organismo femminile.
Gli estrogeni cominciano ad essere prodotti al momento dello sviluppo puberale, e, da questa fase fino alla menopausa, sono prodotti continuamente. Nel corso dei cicli mestruali presentano un picco di secrezione al momento dell’ovulazione, e qualche giorno dopo questo evento. Agiscono sull’endometrio, facendolo crescere per accogliere l’eventuale ovulo fecondato. I livelli di estrogenemia si abbassano se l’ovocita non viene fecondato e questa riduzione determina lo sfaldamento della parete interna dell’utero, ossia le mestruazioni. Con il passare degli anni gradualmente i livelli di estrogeni mediamente si riducono, e questa riduzione appare più significativa nei 4-5 anni che precedono la menopausa. Ne sono conseguenza varie irregolarità dei flussi, spesso più abbondanti, o comunque con intervalli meno regolari, a volte con salti delle mestruazioni, soprattutto al variare delle stagioni (salti più frequenti in estate), o a seguito di lunghi viaggi.
A seguito di intervento chirurgico con asportazione delle ovaie la secrezione di estrogeni si interrompe bruscamente, spesso producendo effetti molto più marcati di quanto si verifica nella menopausa spontanea in cui tali importanti cambiamenti avvengono in modo più graduale.
Come si è visto precedentemente, ed è importante sottolinearlo, in conseguenza della riduzione degli estrogeni possono comparire:
- Sintomi vasomotori (conseguenza di una regolazione normalmente esercitata sui centri termoregolatori del Sistema Nervoso Centrale);
- Il sonno risulta più disturbato e l’umore tende a divenire più instabile;
- Si riduce la lubrificazione vaginale;
- Si può modificare l’aspetto della pelle (generalmente meno elastica e più secca) e dei capelli, che a volte diventano più sottili e più fragili;
- Si modificano in peggio, i livelli di colesterolo, favorendo la formazione di placche di aterosclerosi;
- Aumenta la perdita del calcio contenuto n elle ossa, predisponendo ad una loro maggiore fragilità.
Gli estrogeni quindi pur essendo considerati, a giusta ragione, ormoni sessuali, hanno la capacità e la funzione di agire su così tanti substrati e ciò li rende assai più importanti di quanto la loro denominazione lascerebbe intendere!
In varie condizioni nelle quali viene meno la secrezione di ormoni si interviene con la somministrazione delle sostanze necessarie dall’esterno come capita ad esempio nelle malattie della tiroide somministrando l’ormone specificamente prodotto da quella ghiandola, o nel caso di diabete somministrando l’insulina.
Non sempre gli ormoni somministrabili sono identici a quelli naturali: spesso l’ormone naturale ha una struttura molto complessa, come l’insulina. E non sempre la somministrazione dall’esterno produce gli stessi effetti verificabili quando la secrezione è endogena, ossia naturale. Di volta in volta si tratta di trovare le modalità più convenienti. In tutti questi casi di intervento ormonale dall’esterno, per far fronte ad un deficit oramai cronico, si potrebbe parlare diterapia ormonale sostitutiva, ma in pratica con questa denominazione ci si riferisce quasi esclusivamente alla somministrazione di estrogeni in donne in menopausa anche se questo non è molto esatto in quanto si dovrebbe parlare di terapia estrogenica sostitutiva solo in caso di: MENOPAUSA PRECOCE o di OVARIECTOMIA BILATERALE IN ETÀ RIPPRODUTTIVA.
STADI DELLA MENOPAUSA E LORO DEFINIZIONE
- PREMENOPAUSA: rappresenta il periodo che precede la menopausa e può durare alcuni anni;
- MENOPAUSA: rappresenta la data dell’ultima mestruazione;
- PERIMENOPAUSA O CLIMATERIO: rappresenta il periodo che precede e che segue la menopausa;
- POSTMENOPAUSA: rappresenta il periodo che segue la menopausa;
- MENOPAUSA PREMATURA E PRECOCE (POF premature ovarian failure): rappresenta l’instaurarsi della menopausa ad un’età molto precoce).
NEL PERIODO DELLA PERIMENOPAUSA succede che:
- La funzione ovarica è ancora attiva ma molto diminuita con fluttuazione dei livelli di estrogeni;
- I livelli di FSH sono aumentati;
- I cicli sono anovulatori;
- Intervengono varie alterazioni dei cicli mestruali;
- Iniziano i sintomi menopausali;
- La fertilità è significativamente ridotta;
- Vi è un rischio notevolmente aumentato in caso di concepimento di anomalie genetiche.
E’ molto importante capire la differenza tra menopausa fisiologica (che interviene verso i 50 anni), menopausa prematura e menopausa precoce:
- MENOPAUSA PRECOCE: Si definisce la cessazione della funzione ovarica prima dei 40-45 anni.
- MENOPAUSA PREMATURA (PREMATURE OVARIAN FAILURE o POF): Si definisce la cessazione della funzione ovarica prima dei 40 anni con amenorrea ipogonadica ipergonadotropa.
La cessazione dei cicli può avvenire in maniera improvvisa o essere preceduta da periodi di amenorrea. Talora può intervenire dopo la sospensione della pillola o in puerperio. Non esiste attualmente consenso su trattamento o esami che possano predire con sicurezza la capacità residua e fertilità dell’ovaio.
CRITERI DIAGNOSTICI NELLE FORME SPONTANEE DI MENOPAUSA PREMATURA L’ANAMNESI indaga riguardo a:
- Familiarità.
- Pregressa chirurgia pelvica, chemio o radioterapia.
- Amenorrea da almeno 4- 6 mesi.
- Almeno due misurazioni di FSH > 40 UI
- Ecografia TV per la valutazione del parenchima ovarico
Nella menopausa precoce si rende necessario valutare l’assetto endocrino ed in particolare l’eventuale presenza di:
- IPOTIROIDISMO
- DIABETE
- INSUFFICIENZA SURRENALICA
Può risultare talora utile eseguire un’indagine genetica.
Il trattamento si basa sulla terapia ormonale a dosi standard da protrarre almeno fino all’età della menopausa naturale mentre si consiglia di continuare la terapia estrogenica locale ad oltranza in quanto non ha controindicazioni ed è riconosciuto il suo ruolo nel mantenere un buon trofismo dei tessuti genitali.
RIASSUNTO DEL RUOLO DEGLI ORMONI ESTROGENI NELL’ORGANISMO FEMMINILE
Nella donna in età riproduttiva gli estrogeni svolgono quindi molti compiti e va tenuto presente che:
- I tessuti di mammelle, utero, cervice, vescica ed uretra sono estrogeno sensibili.
- La massa ossea è determinata e mantenuta dall’influenza degli estrogeni sul turnover osseo.
- Gli estrogeni hanno un effetto positivo su molti aspetti della funzione cardiovascolare incluso il fatto di mantenere un alto livello di HDL ed un basso livello di LDL.
- Gli estrogeni, insieme al testosterone, influenzano i complessi meccanismi che determinano gli stati d’animo ed il desiderio sessuale.
- In assenza di estrogeni la sostanza beta-amiloide responsabile della malattia di Alzheimer si deposita più velocemente nelle cellule nervose.
(Consulta gli altri approfondimenti riguardanti i sintomi)