La prevenzione dei tumori del seno
Il tumore del seno colpisce una donna su dieci nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne. È la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso di mortalità del 17 per cento di tutti i decessi per causa oncologica.
La maggior parte delle neoplasie maligne hanno una causa molteplice: esiste cioè una predisposizione genetica su cui agiscono tanti fattori ambientali. Tutti con la prevenzione possiamo fare molto per la nostra salute, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. La prevenzione dei tumori può essere primaria o secondaria. La prevenzione primaria agisce prima dell’insorgenza della malattia, deve essere messa in atto da tutti i soggetti sani e consiste nel ridurre l’esposizione a fattori di rischio specifici.
I principali fattori nocivi che influenzano la nostra salute sono:
- Il fumo che è responsabile del 30% della mortalità per cancro in generale ed in campo ginecologico si associa alla facilitazione della progressione dei tumori maligni della cervice uterina.
- L’alcool aumenta il rischio legato al fumo per l’insorgenza dei tumori del cavo orofaringeo, della laringe e dell’esofago.
- La dieta povera di fibre e ricche in contenuto di grassi aumentano il rischio di tumore della mammella e dell’utero.
- Il sovrappeso è anche un importante fattore di rischio in quanto il tessuto adiposo produce degli ormoni endogeni con azione estrogeno simile e con potenzialità tali da modificare il rischio per tali tumori che sono ormono-correlati.
I tumori femminili, che colpiscono gli organi riproduttivi e il seno, sono tra i più diffusi e temuti. In alcuni casi, però, si possono prevenire o comunque diagnosticare in fase molto precoce, purché le donne siano costanti negli screening raccomandati.
LA PREVENZIONE DEI TUMORI DELLE MAMMELLE
Il tumore del seno è molto diffuso infatti colpisce un donna su 10 ed è il tumore più frequente nel sesso femminile (anche gli uomini ne possono essere colpiti, ma con un’incidenza notevolmente più bassa). Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 37.000 nuovi casi, ma nonostante il continuo aumento dell’incidenza, di tumore del seno oggi si muore molto meno che in passato, grazie anche ai continui progressi della medicina e agli screening per una diagnosi precoce tramite la mammografia.
Sono stati identificati numerosi fattori di rischio, alcuni modificabili, come le abitudini e gli stili di vita, altri invece non modificabili come ad esempio l’età (la maggior parte di tumori del seno colpisce donne oltre i 40 anni) e fattori genetico-costituzionali. Tra le abitudini e gli stili di vita dannosi si possono citare, per esempio, un’alimentazione ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura, il vizio del fumo e una vita particolarmente sedentaria: queste cattive abitudini possono essere modificate senza eccessivi sacrifici per ottenere ottimi risultati.
Ci sono poi alcuni fattori legati alla vita riproduttiva che possono influenzare il rischio di tumore del seno: un periodo fertile breve (prima mestruazione tardiva e menopausa precoce) e una gravidanza in giovanissima età sono protettive, così come l’allattamento per oltre un anno.
Il 10% circa dei tumori del seno è ereditario ovvero è legato alla presenza nel DNA di alcune mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2.
La prevenzione del tumore del seno deve cominciare presto con l’autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese già a partire dai 20 anni e proseguire con controlli del seno annuali eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo affiancati alla mammografia annuale dopo i 50 anni o all’ecografia ed in caso di necessità, anche in donne più giovani.
COME SI FA LA DIAGNOSI DI UN TUMORE DELLA MAMMELLA
Visita senologica
La visita senologica consiste nell’esame clinico completo del seno da parte del medico. E’ una metodica semplice e indolore che viene effettuata nello studio del medico senza l’ausilio di particolari strumenti. Questo tipo di valutazione da sola non è in genere sufficiente a formulare una diagnosi precisa, ma può sicuramente essere utile per chiarire situazioni sospette. Prima di cominciare l’esame vero e proprio delle mammelle, il medico fa l’anamnesi, ovvero raccoglie informazioni che potranno essere utili per formulare una diagnosi finale chiedendo di:
- Eventuale presenza di casi di tumore del seno in famiglia;
- Età di comparsa del primo ciclo mestruale e della menopausa;
- Numero di gravidanze;
- Tipo di alimentazione;
- Terapie ormonali effettuate (contraccettivi orali, terapie ormonali sostitutive in menopausa, eccetera).
Solo dopo aver terminato questa fase si procederà con l’esame clinico propriamente detto che inizia con l’osservazione e termina con la palpazione.
Per le donne più giovani non è necessario sottoporsi periodicamente alla visita dal senologo, ma è sufficiente effettuare con regolarità l’autopalpazione del seno (una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo) e rivolgersi al proprio medico di base o al ginecologo per i controlli.
In caso di dubbio è proprio il medico di famiglia o il ginecologo a consigliare una visita senologica specialistica durante la quale, avvalendosi anche di altri esami quali l’ecografia, è possibile distinguere tra patologie maligne e benigne del seno ed eventualmente impostare la terapia più corretta, se necessario.
Dopo i 40 anni si consiglia vivamente la visita senologica annuale, mentre dopo i 45-50 è necessaria anche la mammografia.
ESAMI STRUMENTALI
Per la diagnosi precoce del tumore del seno si dispone di strumenti molto efficaci, primo tra tutti la mammografia, affiancata da altri quali l’ecografia o la risonanza magnetica. La prevenzione è fondamentale perché individuare un tumore ancora molto piccolo aumenta notevolmente la possibilità di curarlo in modo definitivo, ma è importante scegliere lo strumento diagnostico più adatto.
Tra i 20 e i 40 anni non sono generalmente previsti particolari esami, se non una visita annuale del seno dal ginecologo o da un medico esperto. Solo in situazioni particolari, per esempio in caso di familiarità o di scoperta di noduli, è possibile approfondire l’analisi con una ecografia o una biopsia (agoaspirato) del nodulo sospetto. La mammografia non è raccomandata perché la struttura troppo densa del tessuto mammario in questa fascia di età renderebbe poco chiari i risultati.
Tra i 40 e i 50 anni le donne con una situazione familiare a rischio per il tumore del seno e che cioè hanno madri o sorelle che all’anamnesi hanno presentato o presentano un tumore del seno, dovrebbero invece cominciare a sottoporsi a mammografia con cadenza annuale, meglio se associata ad ecografia, considerata la struttura ancora densa del seno.
Tra i 50 e i 60 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico annuale.
Infine, anche dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è importante e, nel caso del tumore del seno, lo è ancora di più, dal momento che tra i 50 e i 70 anni il rischio di sviluppare questo tumore raggiunge il suo massimo. Gli esperti consigliano una mammografia ogni due anni almeno fino ai 75 anni perché la vita media si è allungata e si possono ottenere buoni risultati terapeutici anche in pazienti anziane.
Nelle donne positive al test genetico per BRCA1 o 2 è indicata un’ecografia semestrale e una risonanza annuale, anche in giovane età.
Anche se la mammografia rimane uno strumento molto efficace per la diagnosi precoce del tumore del seno, oggi sono disponibili anche altre tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica (ancora limitata a casi selezionati), la PEM (una tomografia a emissione di positroni – PET – specifica per le mammelle) e un nuovo esame già definito il Pap-test del seno che consiste nell’introduzione di liquido nei dotti galattofori (i canali attraverso i quali passa il latte) e nella successiva raccolta di questo liquido che porta con sé anche alcune cellule eusando il microscopio è poi possibile individuare quali tra le cellule fuoriuscite ha caratteristiche pre-tumorali permettendo una diagnosi molto precoce del tumore del seno.
AUTOPALPAZIONE ( vedi approfondimento )
L’autopalpazione è un esame che ogni donna può effettuare comodamente permettendo di conoscere l’aspetto e la struttura normale del proprio seno e quindi di poter cogliere precocemente determinati cambiamenti. In particolare, l’esame si svolge in due fasi: l’osservazione, che permette di individuare mutazioni nella forma del seno o del capezzolo, e la palpazione, che invece può far scoprire la presenza di piccoli noduli che prima non c’erano.
Quando si parla di autopalpazione si pensa solo a un esame per la ricerca di noduli nella ghiandola mammaria, ma in realtà anche altri segnali come retrazioni o cambiamenti della pelle, perdite di liquido dai capezzoli o cambiamenti di forma della mammella devono spingere a consultare un medico. A partire dai 20 anni l’esame può essere effettuato una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Rispettare questi tempi è importante poiché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili, e si potrebbero di conseguenza creare, in alcuni casi, confusioni o falsi allarmi.
È bene ricordare che, oltre agli ormoni, anche l’età, il peso corporeo, la familiarità e l’uso di contraccettivi orali influenzano la struttura del seno che, a volte, specialmente nelle donne giovani, si presenta particolarmente densa e difficile da valutare correttamente con l’autoesame.
Tra i 40 e i 50 anni l’incidenza (cioè i numero di nuovi casi) del tumore del seno aumenta in modo rapido e costante e quindi le donne in questa fascia di età non possono rinunciare all’autopalpazione come strumento di prevenzione. Con il sopraggiungere della menopausa, l’esame può essere eseguito indifferentemente in qualunque periodo del mese e deve essere effettuato con regolarità anche e soprattutto dalle over 60 poiché il picco di incidenza (numero di nuovi casi) del tumore del seno si colloca proprio tra i 65 e i 70 anni.L’autopalpazione rappresenta un primo strumento di prevenzione del tumore del seno, ma da sola non può bastare e deve essere abbinata, a partire dai 45-50 anni, o anche prima in caso di familiarità o alterazioni, a visite senologiche ed esami strumentali più precisi come ecografia o mammografia.
STILE DI VITA
Gli esami di controllo periodico sono importanti per la prevenzione del tumore mammario, ma anche un corretto stile di vita contribuisce a ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi. In particolare si calcola che adottare sane abitudini possa evitare la comparsa di un tumore su tre.
Le regole da adottare per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione sono molto semplici e riguardano in modo particolare l’alimentazione, l’esercizio fisico e le cosiddette abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol. Non occorrono grandi sforzi basta porre un pò di attenzione a ciò che si mangia e cercare di non condurre una vita troppo sedentaria. Mantenere il peso forma non è solo un’esigenza estetica, ma anche e soprattutto una scelta di salute contro l’insorgenza di molti tumori.
Per esempio, un buon metodo per ridurre il rischio di tumore consiste nel seguire la tradizionale dieta mediterranea e non bisogna dimenticare che un’alimentazione corretta è anche alla base della prevenzione per le malattie cardiovascolari e di una senilità in buona forma fisica. Oltre alla qualità del cibo che ingeriamo è importante anche la quantità ed infatti non bisogna eccedere con le calorie introdotte che devono essere calcolate in base all’età, al peso, al tipo di attività svolta e a diversi altri parametri personali.
Per quanto riguarda l’attività fisica non bisogna essere degli atleti per riuscire nell’intento di fare prevenzione ed il consiglio migliore è quello di svolgere un’attività moderata per almeno 30 minuti al giorno e per almeno cinque giorni alla settimana. Questo tipo di attività può includere, per esempio, una passeggiata in un parco o la scelta di muoversi in bici e non in macchina.
Infine, nel caso di fumo e alcol, i dati parlano chiaro per quanto riguarda i tumori: chi fuma aumenta il proprio rischio di tumore del polmone, della bocca e della vescica, oltre a influenzare tutte le patologie oncologiche; mentre il consumo eccessivo di alcol risulta cancerogeno per bocca, esofago e stomaco.
Queste semplici regole generali sono valide, con qualche opportuna modifica, a tutte le età.
RUOLO DEGLI ORMONI
Gli ormoni, e in particolare gli estrogeni, giocano un ruolo fondamentale nel regolare tutti i processi legati alla fertilità e possono influenzare il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore. Tutto comincia con il primo ciclo mestruale che determina profondi cambiamenti mensili nel corso del periodo fertile e fino all’avvento della menopausa, che instaura nuovi equilibri ormonali. Ogni fase della vita della donna è dunque caratterizzata da un preciso quadro ormonale e quindi anche il rischio di tumore cambia con l’età.
Tra i 20 e i 40 anni, per esempio, l’utilizzo della pillola contraccettiva e le eventuali gravidanze sono gli eventi più importanti dal punto di vista ormonale. In particolare gli ormoni assunti con la pillola potrebbero diminuire il rischio di tumore ovarico (di cui sono, di fatto, l’unico mezzo preventivo) a costo di un lievissimo aumento del rischio di tumore al seno (più con le vecchie pillole ad alto dosaggio che con quelle attuali a basso dosaggio), mentre le gravidanze, che generano un blocco della produzione di estrogeni, hanno un effetto protettivo sul tumore del seno e dell’ovaio. Anche gli ormoni assunti per le cure contro l’infertilità potrebbero influenzano il rischio di sviluppare tumori dell’ovaio, ma i dati non sono ancora completi e definitivi.
La fascia di età compresa tra i 50 e i 60 anni è in genere caratterizzata dall’inizio della menopausa, che comporta grandi cambiamenti dal punto di vista ormonale: le ovaie smettono di produrre ormoni e quindi l’organismo è meno esposto all’azione degli estrogeni. In questo senso la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni, utilizzata per contrastare gli effetti negativi della menopausa (vampate di calore e osteoporosi) potrebbe comportare, se non correttamente eseguita, un fattore di rischio per alcuni tumori come quello dell’endometrio e del seno (considerando però per un’utilizzo che sia superiore ai cinque/sei anni). Nelle donne non isterectomizzate è necessario aggiungere sempre all’estrogeno anche un progestinico per eliminare un eventuale effetto proliferativo eccessivo sull’endometrio.
IMPORTANZA DEI TEST GENETICI NELLA PREVENZIONE DEI TUMORI DELLA MAMMELLA
La maggior parte dei tumori è di origine “sporadica” ovvero si manifesta senza nessun legame con la trasmissione ereditaria dei geni, ma in alcuni casi (non più del 10% di tutti i tumori) si può parlare anche di cancro “ereditario” ovvero legato alla trasmissione da parte dei genitori di un gene mutato. Sono stati messi a punto diversi test genetici, metodiche complesse che sono in grado di valutare il rischio di tumore sulla base del corredo genetico.
Uno dei tumori per i quali esiste la possibilità di sottoporsi a un test genetico è proprio quello del seno, il tumore più frequente nelle donne. È stato infatti dimostrato che chi ha parenti stretti (madre e sorelle) con questa patologia, soprattutto se insorta in giovane età, corre un rischio maggiore di svilupparla a sua volta nel corso della propria vita rispetto a chi non ha mai avuto casi di tumore del seno in famiglia. I geni BRCA1 e BRCA2 predispongono a questo tipo di tumore (e anche a quello dell’ovaio): ciò significa che, analizzandoli attentamente, nel caso di tumore si troveranno probabilmente mutazioni non presenti nelle cellule sane. E questa mutazione, se il tumore è ereditario, sarà la stessa nei vari membri della famiglia.
Una volta stabilita, mediante un colloquio con un genetista medico e un oncologo, la necessità di sottoporsi al test, si procede con un prelievo di sangue dal quale verrà estratto il DNA da analizzare. Il risultato potrà essere positivo o negativo, ovvero si potrà sapere se la mutazione è stata effettivamente ereditata oppure no.
È importante sottolineare che avere ereditato la mutazione non significa essere certi di sviluppare prima o poi il tumore, ma piuttosto equivale ad avere un rischio più elevato rispetto a chi non ha la mutazione. Il test genetico non è dunque uno strumento di prevenzione nel senso classico del termine, ma si limita a fornire informazioni sul rischio di ammalarsi di tumore nel corso della vita e deve essere svolto solo in caso di reale necessità, dopo una consulenza con il genetista medico.
In base al risultato del test, il genetista medico e l’oncologo sapranno creare un piano di controllo e prevenzione individuale basato, nel caso della presenza di una mutazione “pericolosa”, su controlli più frequenti e più attenti che permetteranno di gestire al meglio il rischio e di individuare un eventuale tumore nelle sue fasi più precoci.
Al momento attuale, tranne che per il seno e l’ovaio, non esistono test genetici disponibili per gli altri tumori femminili.
IN CHE MODO SI POTREBBERO PREVENIRE I TUMORI DEL SENO?
È possibile ridurre il proprio rischio di ammalarsi anche con un comportamento attento e con pochi esami di controllo come sotto elencato:
- È bene fare esercizio fisico e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali (frutta e verdura, in particolare broccoli e cavoli, cipolle, tè verde e pomodori).
- Allattare i figli aiuta a combattere il tumore del seno, perché l’allattamento consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche.
- La mammografia è il metodo attualmente più efficace per la diagnosi precoce. Si suggerisce una mammografia ogni 2 anni, dai 50 ai 69 anni di età, ma la cadenza può variare a seconda delle considerazioni del medico sulla storia personale di ogni donna. Nelle donne che hanno avuto una madre o una sorella malata in genere si comincia prima, verso i 40-45 anni.
- L’ecografia è un esame molto utile per esaminare il seno giovane, dato che in questo caso la mammografia non è adatta. Si consiglia di farvi ricorso, su suggerimento del medico, in caso di comparsa di noduli.
- La visita: è buona abitudine fare una visita del seno presso un ginecologo o un medico esperto almeno una volta l’anno, indipendentemente dall’età.
- L’autopalpazione: è una tecnica che consente alla donna di individuare precocemente eventuali trasformazioni del proprio seno. La sua efficacia in termini di screening è però molto bassa: questo significa che costituisce un di più rispetto alla sola visita e alla mammografia a partire dall’età consigliata, ma non può certamente jn alcun modo sostituirle (vai alla guida all’autopalpazione).
LA DIETA PREVENTIVA
Diversi studi scientifici hanno dimostrato l’utilità di una dieta particolare nella prevenzione delle ricadute del cancro del seno in donne già colpite. Ora si sta valutando l’utilità della stessa dieta nella prevenzione primaria, ovvero in chi non ha ancora sviluppato la malattia. Alla base di questa alimentazione c’è un apporto elevato di fitoestrogeni (ormoni vegetali simili agli estrogeni femminili che sono contenuti principalmente nella soia e nei suoi derivati, ma anche nelle alghe, nei semi di lino, nel cavolo, nei legumi, nei frutti di bosco, nei cereali integrali). Inoltre vanno limitati gli zuccheri raffinati, che hanno l’effetto di innalzare l’insulina nel sangue e quindi di indurre il diabete, a favore di zuccheri grezzi e di amidi. Si consiglia di consumare molte crucifere (rape, senape, rucola, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, ravanelli, cavolo) perché agiscono in modo positivo nei confronti del metabolismo degli ormoni.
Infine è bene privilegiare il pesce rispetto alle altre proteine animali, accompagnato da grandi quantità di fibre (attraverso il consumo di frutta, cereali, verdura, legumi). Da limitare l’apporto di latticini e uova, tenendo però d’occhio la quantità totale di calcio per prevenire l’osteoporosi.
FAQ RIGUARDO ALLA MAMMOGRAFIA:
La mammografia è un esame che possono fare tutti o ha controindicazioni?
La mammografia è un esame che non ha particolari controindicazioni. Nelle donne sotto i 40-45 anni di età, a causa della densità della ghiandola mammaria, questa indagine può solo trovare maggiori difficoltà a individuare noduli sospetti rispetto all’ecografia.
Anche gli uomini possono sviluppare un carcinoma della mammella, ma data la rarità di questa condizione, ai maschi questo esame non è mai proposto come screening di massa.
Occorre qualche tipo di preparazione particolare all’esame?
Prima dell’esame non occorre nessuna particolare preparazione. Alcuni studi suggeriscono che l’indagine potrebbe essere più efficace nelle prime fasi del ciclo, subito dopo l’inizio del ciclo mestruale.
È meglio che mi faccia accompagnare da qualcuno o posso andare anche da sola? Potrò guidare la macchina per tornare a casa?
La mammografia non prevede anestesia né lascia conseguenze che richiedano l’aiuto di un’altra persona.
L’esame è doloroso?
Alcune donne trovano dolorosa la compressione delle mammelle tra le due piastre dell’apparecchiatura per la mammografia, ma il disagio dura solo il breve tempo necessario per l’esame.
Potrò avere altri tipi di disagio durante o dopo la sua esecuzione?
No.
L’esame comporta dei rischi immediati?
Assolutamente no.
L’esame mi espone a radiazioni o ad altri rischi a lungo termine?
Come per ogni altra indagine radiografica, l’esame espone a una piccola quantità di raggi X, giustificata dalla necessità di accertare o escludere un tumore al seno in situazioni sospette.
Nell’ambito di un programma di screening, nello stabilire con che frequenza ripetere la mammografia, si tiene conto di questo aspetto in modo che il beneficio atteso sovrasti il possibile rischio.
Quanto dura?
Il tempo di esecuzione di una mammografia è di 5-10 minuti.
Alla fine posso andare subito a casa o devo restare in osservazione? Per quanto?
Terminato l’esame, si può tornare subito a casa.
Posso riprendere subito la mia vita normale o devo avere particolari accortezze?
Si può riprendere subito la normale vita di tutti i giorni.